Eco-ansia e mindfulness psicosomatica

Come gestire la paura ambientale del futuro

La sensazione di essere sopraffatti dalla crisi climatica non è solo un pensiero passeggero, è qualcosa che si sente nel corpo, nella mente, nelle emozioni quotidiane. 

Si chiama eco-ansia e no, non sei l’unico a provarla.

Guardare un documentario sugli incendi in Amazzonia, leggere le notizie sullo scioglimento dei ghiacciai, assistere a eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Tempeste improvvise, grandinate fuori stagione, alluvioni che spazzano via intere città, alberi che cadono su auto e strade, danni enormi che stanno facendo salire i costi delle assicurazioni. Questa realtà è ormai sotto gli occhi di tutti e può lasciare addosso un senso di impotenza, di paura per il futuro, di frustrazione. Magari provi anche rabbia verso chi non fa abbastanza o senso di colpa per le tue stesse abitudini. Succede, ed è normale. Il punto è capire come gestirla, senza lasciare che ti paralizzi.

Quando la preoccupazione per il pianeta diventa un peso

L’eco-ansia non è solo un pensiero fisso sul futuro dell’ambiente. È qualcosa che si sente nel corpo:

  1. Un nodo costante nello stomaco, come se ci fosse qualcosa che non riesci a digerire.
  2. Muscoli delle spalle sempre contratti, come se portassi sulle tue spalle il peso del mondo.
  3. Il respiro corto e irregolare, quasi un riflesso dello stress che provi dentro.
  4. Insonnia, stanchezza, difficoltà di concentrazione.
  5. Una sensazione generale di allarme, come se qualcosa di grave stesse per accadere in qualsiasi momento.

Se il tuo corpo ti sta mandando questi segnali, significa che il tuo sistema nervoso sta rispondendo allo stress con un’iperattivazione. E qui entra in gioco la mindfulness psicosomatica.

Non possiamo cambiare il mondo con un battito di ciglia, ma possiamo cambiare il modo in cui il nostro corpo risponde alla paura. La mindfulness aiuta a creare uno spazio di sicurezza interiore, a riconoscere i segnali che il corpo ci manda e a trasformare il peso dell’eco-ansia in una forza più gestibile.

Camminare nella natura può essere un primo passo. 

Non serve trovarsi in una foresta incontaminata, basta anche solo un piccolo parco cittadino. Sentire la terra sotto i piedi, toccare un albero, ascoltare il vento tra le foglie aiuta a radicarsi nel presente. Anche il respiro consapevole può fare la differenza: inspirare profondamente come se assorbissi energia dalla natura, espirare lasciando andare la tensione accumulata. Concentrarsi sulle azioni concrete che puoi fare per contribuire a una visione ecologica e al rispetto del nostro Pianeta, secondo la tua possibilità e sensibilità, aiutano a sentirsi parte attiva di un cambiamento che necessita della partecipazione di ciascuno di noi. Accettare l’ansia, osservarla senza giudizio, è un altro passo per renderla meno opprimente.

L’eco-ansia non deve essere un ostacolo, ma una spinta. 

Il senso di impotenza diminuisce quando trovi una comunità con cui condividerla, quando ti rendi conto che non sei solo e che anche le piccole azioni hanno valore. Tra coloro che affrontano questa crisi con una visione propositiva, ci sono i creativi culturali, persone che non si limitano a subire passivamente il cambiamento, ma che lo trasformano in una forza di innovazione. Attraverso arte, educazione, attivismo e progetti concreti, danno vita a soluzioni sostenibili e a nuovi modi di immaginare il futuro. Integrare il pensiero creativo e il desiderio di cambiamento con pratiche di consapevolezza può rendere l’eco-ansia una leva per agire invece che un peso paralizzante.

La paura per il futuro non sparirà del tutto, ma può essere trasformata in qualcosa di utile. L’importante è non lasciarla diventare un muro, ma un ponte verso un modo nuovo di vivere la relazione con il pianeta e con se stessi. 

La differenza tra sentirsi sopraffatti e sentirsi parte del cambiamento sta nelle scelte di ogni giorno.

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“Insieme possiamo liberare il potere nascosto nella tua storia personale e trasformare la tua fragilità in forza interiore.”

Anna Sari, Psicoterapeuta, psicosintesista formata in neuropsicosomatica e istruttrice mindfulness psicosomatica